su_Ame Agaru (After the rain)

Era parecchio tempo che volevo vedere questo film e per vari motivi.

La sceneggiatura fu scritta da Akira Kurosawa e fu uno dei lavori incompiuti del grande maestro giapponese. E questo è un motivo. Il secondo riguarda il genere a cui appartiene, o per meglio dire il sottogenere. Sì perché, nonostante si tratti chiaramente di un chanbara (film di “cappa e spada” giapponesi), AME AGARU non punta tutto sull’azione concitata e sulla violenza mostrata, quanto sulla vita ordinaria di un samurai (in questo caso un ronin, cioè un samurai senza padrone che vagabondeggia nella speranza di trovare un lavoro) alle prese con i problemi della gente e dell’epoca non facile in cui vive.

Un sottogenere  che cambia prospettiva e punta lo sguardo sulle vicende umane del protagonista… idea questa che ritroveremo successivamente nella trilogia diretta da Yamada Yoji (The Twilight Samurai, The Hidden Blade, Love and Honor).

La narrazione quindi si concentra sul ronin, una persona vigorosa ma allo stesso tempo vulnerabile, una persona dall’animo gentile ma capace, una volta estratta la spada, di ricorrere alle proprie conoscenze marziali senza fare sconti a nessuno.  In una parola, un uomo. Ed è il suo ritratto che il regista Takashi Koizumi (per quasi 30 anni assistente di Kurosawa e qui al suo esordio, un anno dopo la morte del suo maestro) tratteggia alla perfezione, complice l’interpretazione esemplare di Akira Terao che caratterizza il suo personaggio donandogli una leggerezza d’animo che traspare da ogni sua espressione del viso.

Lo stesso Terao, già attore in Ran e Sogni, diventerà poi un collaboratore fisso di Koizumi partecipando come protagonista ai film successivi del regista (fra cui gli ottimi Letter from the MountainThe Professor and his Beloved Equation, entrambi inediti in Italia).

Consigliatissimo.