- The Ward (Il reparto) è un film di John Carpenter.
- John Carpenter è uno dei miei registi preferiti.
- John Carpenter ha re-inventato l’horror, la fantascienza, il thriller.
- John Carpenter è l’autore di Halloween, 1997 Fuga da NY, La cosa, Essi Vivono, Il seme della follia, oltre ad una manciata di altri film forse non perfetti ma dal puro impatto cinematografico.
- John Carpenter non girava un film per il cinema dal 2001 (anno dell’insuccesso “Fantasmi da Marte”).
- The Ward è un film del 2010/2011.
Tutte queste informazioni mi hanno portato inesorabilmente a nutrire un’attesa a dir poco spasmodica riguardo a quest’ultima opera del Nostro. Ciò nonostante non mi sono fiondato al cinema nel tentativo di vederlo e non mi sono stracciato le vesti nel tentativo di recuperarlo in altro modo. E questo perché non ero purtroppo convinto del progetto.
A 10 anni dall’ultimo film e a quasi 20 dall’ultimo grande film, Carpenter aveva bisogno di un progetto di tutt’altro livello.
The Ward sulla carta, infatti, è l’ennesimo horror d’ambientazione psichiatrico/carceraria pieno zeppo di luoghi comuni, situazioni già viste, personalità multiple, esperimenti deviati, misteri irrisolti, incongruenze, ecc… Insomma, lo script di Michael e Shawn Rasmussen non vince l’Oscar per la sceneggiatura originale. Però ha un pregio. Uno solo. Quello di adattarsi perfettamente allo stile di Carpenter. L’invisibilità (chiamiamola così) della storia permette infatti al regista di giocare tutte le carte del suo mazzo e sono carte molto ben collaudate: regia asciutta ma efficace, perfetto utilizzo del fuori campo (è sempre un genio nel far intuire senza mostrare o nel mostrare quando ci sembra di aver capito), fenomenale lavoro sull’audio. Carpenter è ancora un Maestro nel creare con poche ma calibrate inquadrature un’atmosfera di mistero e sovrannaturale che lascia ancora senza fiato.
Senza contare Amber Heard che, oltre a non essere niente male (!), se la cava egregiamente (le sue “colleghe” un po’ meno, tranne Mamie Gummer… che non a caso è la figlia di Meryl Streep!).
Nonostante le ingenuità, quindi, un film che si lascia vedere e che gli amanti del regista di Distretto 13 e The Fog possono decisamente apprezzare. Stendo invece un velo pietoso sull’ultima inquadratura (da vero filmaccio di serie C). Se la potevano risparmiare. Oppure sostituirla con un finale sospeso alla “Prince of Darkness”… ma forse era davvero chiedere troppo!